ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

domenica 2 ottobre 2011

Campionati Italiani ANA di corsa in montagna a staffetta. VINCE LA CARNICA!

35° Campionato Italiano ANA di Corsa in Montagna
Pederobba (TV)
2 Ottobre 2011

Vince il titolo la squadra della Carnica!
Belluno vince il "Trofeo Ettore Erizzo", per sezioni.

A Pederobba oltre 500 alpini si sono sfidati nella tradizionale kermesse annuale di corsa in montagna a staffetta.
Sui 7.25 km di tracciato, che avevano il parco gara, fulcro della partenza e degli arrivi, nella corte di Villa Conti di Onigo e risalendo il Monfenera sino all'apice del Monte Tomba, era disegnato in un saliscendi a tratti molto tecnico ed impegnativo, gli atleti hanno dato vita ad una gara emozionante sotto ogni punto di vista.
Accompganando la giornata con musica dedicata ai canti alpini ed alle canzoni popolari, ho avuto il piacere di presentare questa manifestazione tricolore, che fa seguito ai master Italiani di Corsa in montagna a Piancavallo...Come dire? La montagna mi chiama ed io rispondo PRESENTE!
In una giornata baciata dal solo e nella quale il Dio Eolo non ha rispramiato la giusta brezza autunnale, il campionato ha avuto anche una valenza tecnica di grande rispetto.
Al via anche atleti che sono conosciuti in ambienti diversi dalla corsa su breve distanza, pur se comunque montana. Mi va di citare il varesino Marco Zarantonello o il parmense Fabrizio Vignali, piuttosto che il "locale" Ivan Geronazzo, forti interpreti delle ultradistanze dislivellate.
La dinamica della corsa ha visto partire Begamo A, all'attacco, inseguito dai compagni di Bergamo B e dalla staffetta della Carnica. Nell' ordine un primo giro condotto d'autorità da Danilo Bosio (29'48'') che regolava Pier Luca armati di una ventina di secondi. A poco meno di un minuto , Alessandro Morassi, con il bresciano Morandini e l'atleta di Sondrio, Stefano Silvani, al gancio...Secondo giro con un grande Marco Primus della sezione Carnica A, che risultava il piu' veloce nel lotto dei contendenti la vittoria, tanto da andare all'aggancio di Bergamo A, rappresentata da Isidoro Cavagna. Dietro si stabilizzava la staffetta di Brescia A con Alfredo Corsini a guadagnare la terza piazza, in un giro nel quale il piu' veloce risultava Gian Paolo Papes di Conegliano (28'59'').
Ultimo giro con continui colpi di scena, con i bergmaschi che, lanciando la punta Luciano Bosio, anadvano al riaggancio in salita, della Carnica, che aveva in corsa Marco Nardini, mentre risultava efficace l'azione del bresciano Pilatti, in recupero sui battistrada, che si alternavano tra attacchi ripetuti e corsa a braccetto, lasciando la suspence aperta a fondo valle...
Ultimo chilometro, Nardini rompe gli indugi e cerca l'attacco la "trio imbattibile" e da anni imbattutto dei lombardi. Quando sbuccavano dalla boscaglia, a vista sul paerterre d'arrivo, Luciano Bosio tentava uno sprint in rientro, nell'anfiteatro "disegnato" dalla direzione gara, dell'ultima parte di tracciato. 200 metri finali al fulicotone e braccia levate al cielo, per il treno vincente della sezione Carnica. Tempo finale di 1h 29' 18'' per i friulani, con dieci metri di vantaggio,scarno ma sufficiente, aepicamente efficace con Bergamo a cedere "le sportive armi" con l'onore di chi sa anche perdere, ma non senza lottare allo stremo...Così è stato! Nell'ultimo giro Brescia bissava il terzo posto e quindi un podio meritato con un ottimo Dario Fracassi. Nella categora A3 risevata agli over 60 che correvano a coppie, trionfo di BergamoF , grazie a Gian Mario Merelli ed Alfredo Pasini, capaci di dare mezzo minuto di distacco a Belluno I, rappresentata da Elso Viel ed Ivo Andrich, con Bergamo G (Begamelli-Bigoni) terzi ad oltre sette minuti, a dover difendersi per il podio dai vicinissimi avversari di Brescia O (Vezzoli-Bettoni), a dieci secondi dal bronzo.
L'atleta piu' veloce sul giro è risultato Davide Pilatti (27'38'') , della Valcamonica.
Nella speciale classifica per sezioni, Belluno primeggiava davanti a Bergamo, con Valdobbiadene sul terzo gradino del podio.
Un totale di 27 squadre ufficiali, divise in piu' squadre, come detto, per un totale di 187 staffette al via. Presenti gli alpini degli Abruzzi, di Cividale, Torino, Ivrea, Valcamonica, Carnica, Parma, Vicenza, Asiago, Verona, Domodossola, Cadore, Cuneo, Cusio Omegna, Treviso, Biella, varese, Vittorio Veneto, Trento, Conegliano, Sondrio, Pordenone, Feltre, Brescia, e le citate prime tre, tutte elencate in ordine discendente di classifica. La sezione Abruzzi è stata premiata come la proveniente da piu' lontano. Proprio a L'Aquila si era svolta la 34^ edizione e Pederobba ora passa il virtuale testimone a Lozzo di Cadore, per il 2012.
Da parte mia un sentito ringraziamento a : Moreno (impagabile tecnico audio, senza il quale sarei la metà di me stesso in quest'ambito), ai Podisti Pederobba che mi hanno consigliato agli alpini e grazie a questa fiducia indotta ho potuto godere ancora della loro capacità organizzatiba, calandomi in un compito tanto impegnativo quanto indescrivibilmente emozionante. Una nota particolare all'amministrazione comunale, con particolare citazione all'assessore allo sport Doriano Stanghellini.
Infine, citati per ultimi, in quanto è giusto chiudere così, A TUTTI GLI ALPINI, quelli con cui ho condiviso l'oggi e a tutte quelle penne nere eroiche nelle guerre prima che nel sociale, esempio unico al mondo di abnegazione , passione, voglia di libertà, scarificio e capacità. Grazie per essere insegnanti di vita in un mondo militare in cui la gerarchia , che generamente ha un ruolo di padronanza com'è logico che debba essere, ma nel cui contesto essi si calano con la forza dell'essere uniti da un unico grande, immenso, unico cuore.
W GLI ALPINI!

Alex Geronazzo (uno di voi)

"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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